mercoledì 30 maggio 2012

30 maggio 1950

                                             Tutto ebbe inizio nel 1949


Vedevo accanto a me una bambina,all’incirca tre o quattro anni molto bella, ma soprattutto mi incantavano i suoi occhi,ci guardavo dentro ed ero sereno, perché dentro quegli occhi vedevo molti orizzonti pieni di luce solare,che si spostavano continuamente in avanti, e ciò mi attraeva e mi dava fiducia Neanche il tempo di questo pensiero e la bambina mi tende la mano,come a dire vieni con me,e mentre continuavo a guardare dentro i suoi occhi istintivamente do la mia mano e lei finalmente parla e mi dice: vieni con me abbiamo molta strada da fare,io la seguo. Cominciamo a camminare con la mia mano stretta nella sua ,lei sempre mezzo passo davanti a me,e lontano all’orizzonte vedevo delle figure, lei gira un pò la testa verso di me, e nel suo sorriso capisco che è li che dobbiamo arrivare,mentre ci avviciniamo,le figure che prima erano indistinte cominciano a prendere forma e sembianze,sono tutte persone in fila:adulti,bambini, ragazzi, ragazze, mamme, papà, zii, nonne, insomma tutti erano li in una fila di cui non vedevo la fine. Pensavo di essere arrivato, allora cerco lo sguardo della mia piccola guida,lei capisce e mi dice:ecco vedi, ho chiesto a tute queste persone di attendere un attimo perché dovevo prendere te, e mentre mi interrogo sul fatto che non è stato un attimo, perché insieme a lei ho camminato per giorni, però, pensandoci bene non ero stanco, anche se avevo visto il sole più volte tramontare, lei capisce tutto, e sempre tenendomi per mano in una stretta forte che non faceva male,”anzi provavo benessere”, mi dice,andiamo avanti dobbiamo fare ancora tanta strada,per cui,riprendiamo il cammino, e mentre avanziamo a stretto contatto con la fila che man mano scaliamo, in questa strada che non so definire, a tratti sterrata ,a tratti asfaltata, a volte stretta ,a volte larga a volte sentiero di campagna o di montagna ma sempre con un orizzonte pieno di luce, vedo poco più avanti un uomo che riconosco subito: mio padre che come sempre mi sorride sotto i suoi baffetti,io non ho avuto l’istinto di lasciare la mano della mia piccola guida, ma lei capisce e sente che nel mio cuore ho la voglia di ascoltare mio padre, per cui si cambia di posizione e passa alla mia destra in tal maniera io sono in mezzo tra lei e mio padre, tenendomi sempre stretto alla sua mano, metto l’altra nella mano di mio padre, una straordinaria sensazione di serenità mi pervade tutto,aspetto che mio padre mi parli ma lui mi sorride ed allora capisco,che mi racconterà una storia e aspetto,ma subito davanti mio padre vedo mia madre e davanti ancora, mia sorella, che subito mi corre incontro e mi dice finalmente sei arrivato! io per istinto cerco le braccia di mia madre lei mi stringe forte a se, mi accarezza sulla testa mi allarga un gran sorriso e mi dice vai figlio mio non ci sono mani migliori di quelle che ti stanno guidando,dopo, più avanti ti racconterò una storia, poi aggiunge: poco più avanti c’è tua nonna che non vede l’ora di vederti,allora guardo la mia piccola guida che, con il suo sorriso mi fa intendere che ha capito. Allora accelera il passo e all’istante vedo,mia nonna, si l’unica, perché gli altri non li ho mai conosciuti, mia nonna mi abbraccia, mi bacia tutto, quasi mi stropiccia, ed’è una sensazione bellissima, poi mi guarda negli occhi e mi parla dicendomi:eccoti arrivato,finalmente, e aggiunge, non immagini quanto sono felice ma adesso vai poi avrò tanto tempo per raccontarti tante storie. Mi chiedo senza alcun smarrimento come mai tutti i miei affetti più cari mi dicevano tutti la stessa cosa “Vai non ci sono mani migliori a cui affidarti “ allora guardo la mia piccola guida che mi dice “Andiamo dobbiamo fare tanta strada” giusto il tempo di riguardare i miei affetti che già siamo molto avanti ma pur non provando alcun segno di fatica la fila non finiva mai, nonostante il tempo passava perché le albe inseguivano i tramonti e le notti i giorni e tutte le persone che scalavamo erano serene sorridenti pervase da una grande fiducia come la mia che però derivava dalla manina forte della mia piccola guida, la loro, da che cosa non capivo, ma a quel tempo aveva poca importanza, ero sicuro che col trascorrere del tempo avrei messo tutti i pezzi a posto, ma mentre riflettevo su tutto ciò la mia piccola guida si ferma mi guarda, stavolta con un sorriso ancora più bello e mi dice: ecco tu sei arrivato mettiti dove vuoi io debbo continuare, ho ancora tantissime persone da prendere, e la mia strada spero non finisca mai, ad un tratto sento che la sua forte manina lascia la mia, e tanta è la paura di sentirmi solo, che mi sveglio,apro gli occhi e dopo avere preso confidenza con la luce vedo chini su di me tutti i miei affetti: mia madre che mi tiene sul suo seno e mio padre, mia nonna, mia sorella, che mi scrutano, allora capisco, ero venuto al mondo in un meraviglioso mattino del 30 di maggio del 1950 ,ed ero stato consegnato alla Repubblica Italiana e già mi chiamavano Paolo.
Ciao a tutti,alla prossima by Navajo 50

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