Scrivo
Scrivo perché ho voglia di scrivere anche se non so cosa scrivere,allora scrivo, ma per scrivere bisogna sapere scrivere,e io non so scrivere, allora scrivo per imparare a scrivere,e ora che ho imparato a scrivere non voglio più scrivere, perché tutti scrivono senza sapere scrivere.
In giro ho visto scrivere cani gatti e somari e poi istrioni, politici, faccendieri, banchieri, giocolieri e ballerine e mi sono chiesto ma perché scrivono se non sanno scrivere
Perché tutti scrivono? Chi lo sa? allora scrivo pure io; e che scrivo se non so cosa scrivere, scrivo quello che scrivono tutti,il nulla il niente tanto per scrivere,ormai scrivere è diventato uno Status symbol se non scrivi non sei nessuno,allora scrivo perché voglio essere qualcuno,ma che scrivo se non so scrivere,scrivo quello che scrivono tutti:il vuoto come rappresentazione della realtà. Allora la folla mi acclamerà e mi consacrerà sarò un faro per tracciare le rotte nei mari tempestosi e tutti mi seguiranno,ma dove li porterò non lo so, anche perché la penna non scrive più, devo cambiarla subito,prima che i miei seguaci perdano la rotta,ecco ho cambiato la penna la provo, perfetto scrive, riparto ma prima guardo i miei seguaci e dico loro:un attimo,sto pensando dove portarvi ,idea vi porto in un viaggio fantastico, forza salite tutti a bordo,ecco ci siete tutti partiamo, la mia penna freme e riparte e ricomincio a scrivere e i miei seguaci pronti zaino in spalla scalpitano felici, perché il faro si è riacceso, allora mi stacco dal mio molo e prendo il largo ecco tutti sono felici tutti scattano foto tutti comunicano con i telefonini l’inizio del viaggio, ma all’improvviso tra una virgola non messa e un punto omesso la mia penna si blocca allora capisco tutto non posso più scrivere quello che non penso,quindi mi affaccio sul ponte di comando e dico ai miei seguaci il vostro viaggio finisce qui ,siete in mezzo al mare imparate a nuotare e ve la caverete ed io ho smesso di scrivere anche se continuo a scrivere.
Sono due giorni che non scrivo chissà che fine hanno fatto i miei seguaci ma per saperlo devo riprendere la penna, sono combattuto tra il fare e il non fare, ma ho deciso devo sapere, allora impetuosamente prendo la penna apro la pagina e scrivo, i miei seguaci sono ancora tra le onde aggrappati alle zattere tutti smarriti, li conto sono tutti ancora la perché nessuno ha imparato a nuotare,mi travolge il senso di colpa, allora salgo sul ponte di comando, mi scorgono e tutti si rivolgono verso di me, nei loro sguardi torna il sereno e la speranza, ma io non volevo questo, volevo che, vedendosi abbandonati, avessero imparato a nuotare, ma non lo hanno fatto si sono lasciati andare, quindi penso che forse ancora non sono pronti, per cui dico loro: presto salite a bordo rifocillatevi che riprendiamo il viaggio. Ecco sono tutti a bordo posso ripartire,ma cosa scrivo e mentre penso cosa scrivere loro mi sorridono mi scattano foto mi ringraziano, non so cosa scrivere la penna trema sulla pagina ma è un attimo perché ricomincio a scrivere di slancio, ho deciso faccio rotta per il sud America li porto in Argentina, ecco siamo arrivati attracco e dico loro di scendere, tutti mi guardano con un punto interrogativo negli sguardi, li rassicuro, dicendo loro che torno a prenderli, mi salutano e io lascio il molo e scompaio all’orizzonte ma non smetto di scrivere anzi vedo in lontananza un gruppo di natanti faccio rotta verso loro e assisto a un abbordaggio con gommoni e a mani nude di giovani ambientalisti alle prese con un’ignobile enorme baleniera tipica rappresentazione del vuoto assoluto, ma il coraggio e l’incoscienza dei giovani hanno la meglio e l’ignobile baleniera lascia in pace almeno per oggi queste meravigliose creature, e questo lo scrivo, partecipo alla loro gioia e scivolo via fra le onde puntando a nord verso il centro America faccio tappa in Costarica un paradiso in terra un piccolo stato senza esercito dove il 75% del territorio è parco naturale dove l’acqua è pura e il mare cristallino e pescoso e gli alberi danno buoni frutti ma devo correre devo andare come promesso a riprendere i miei seguaci perché il tempo è trascorso eccomi tornato, attracco ma non vedo nessuno dei miei seguaci ad aspettarmi e allora sono contento e penso che forse hanno imparato a nuotare ma devo essere sicuro vado a cercarli li raduno sul molo e dico loro presto salite che dobbiamo ripartire e con mio sommo compiacimento vedo che un folto gruppo si stacca si avvicina e mi dice noi abbiamo deciso di restare perché abbiamo capito, mi scattano l’ultima foto e vanno via, piacevolmente mi riprendo con l’aiuto della penna e dico ai restanti salite che ripartiamo, ecco sono tutti a bordo lascio il molo rotta per il Venezuela dall’altra parte ma il tempo vola e siamo arrivati questa volta tutti scendono senza fare domande sono sicuri che tornerò per riprenderli per cui mollo gli ormeggi e scivolo via con il mio veliero,e in una splendida notte di plenilunio supero Trinidad e Tobago altri paradisi in terra, ma la mia penna corre e fa rotta per l’Africa uno dei cinque continenti, forse il più antico, forse dove tutto ebbe inizio e dove tutto ancora deve cominciare, il continente dove i padroni vecchi e nuovi sono dittatori, esportatori di democrazia e multinazionali e dove i popoli sono ancora schiavi e dove le tribù si combattono ancora, un continente ricchissimo d’acqua con le popolazioni assetate, ricchissimo di ogni cosa conosciuta con i la gente più povera del pianeta perché schiavizzati, un continente che non è nero ma è il buco nero del pianeta.
Il tempo è passato devo tornare indietro a riprendere i miei viaggiatori in Venezuela e via tutto d’un fiato ed eccomi arrivato sono al molo e non sono sorpreso stavolta di vederli ad aspettarmi ma subito, solo una decina di loro si stacca da tutti gli altri e mi dicono noi ancora non siamo pronti quindi saliamo e continuiamo il viaggio, tutti gli altri restano perché hanno capito e hanno imparato a nuotare mi salutano, il tempo di un’ultima foto, molliamo gli ormeggi e via con il vento che gonfia le vele, la mia penna non ha esitazioni rotta per l’Islanda, il viaggio è lungo e quindi intrattengo i miei viaggiatori con lunghe conversazioni sulla matematica finanziaria sui prodotti finanziari sull’etica finanziaria ma soprattutto sulle cose reali e quelle virtuali che provocano danni sulla vita reale delle persone più devastanti di una guerra globale, non so ciò e quanto hanno compreso o voluto comprendere, ma siamo arrivati in Islanda attracco, li invito a scendere, salutandoli dico loro: il vostro viaggio è finito non tornerò a riprendervi per cui se volete tornare imparate a nuotare. Anche il mio viaggio finisce qui ripongo la penna e smetto di scrivere.
Ciao a tutti by Navajo 50