Il mio Reame
Io sono nato in un reame,molto piccolo,almeno cosi lo vedevo
io,in quale parte del mondo ancora non lo so, ma so che d’inverno non faceva
freddo,e che d’estate non faceva caldo,per cui oggi che so qualcosa in più di
geografia avendo appena dieci anni,penso che si dovesse trovare,o dieci gradi
sopra l’equatore o dieci gradi sotto.
Il reame dove vivo io,confina a Nord, non so,perché non ci
sono mai stato,ma sento dire dai più anziani,che più a nord vai più freddo
fa,allora ho deciso che da grande non andrò mai a nord perché non amo il
freddo,perché il freddo è un cattivo compagno,e ti fa vedere le cose in maniera
diversa ,strana..
A sud confina con,non so,perche non ci sono mai stato,ma
sento i più anziani che dicono,che,più a sud vai più caldo fa,allora,ho deciso
che da grande non andrò mai neanche a sud perché non amo il troppo caldo,perché
il troppo caldo alza la nostra temperatura e questo ci fa vedere le cose in
modo diverso ,strano.
A est il mio reame confina con gente come noi non troppo
caldo non troppo freddo,ma i più anziani dicono che hanno un problema in più
rispetto a noi e cioè,che da loro il sole sorge prima,e quindi, si devono
alzare prima ,e quindi,prima lavarsi i denti,prima andare a scuola,prima,fare i
compiti,prima andare a dormire,una noia mortale,e siccome io non voglio essere
sempre il primo ho deciso che da grande non andrò mai a est.
A ovest il mio reame confina,con gente come noi,non troppo
freddo,non troppo caldo,ma i più anziani,dicono che loro,hanno un grande
vantaggio,rispetto a noi,e cioè ,da loro il sole sorge dopo per cui ,fanno le
stesse cose che facciamo noi ma molto dopo,allora ho deciso,che da grande andrò
verso ovest,cosi potrò fare le stesse cose con più calma.
Durante la mia fanciullezza,vissuta nel mio reame un
giorno,conobbi,durante il mio girovagare per il reame una
ragazzina,bellissima,che seduta su un vecchio tronco d’albero,abbattuto forse
da un fulmine,se ne stava li pensierosa,con le mani che reggevano il suo
bellissimo viso,allora mi fermai,e la fissai stupito dalla sua bellezza,i suoi
capelli neri,come le piume di un corvo incorniciavano,il suo viso,aveva gli
occhi,verde smeraldo come il colore del mare, che mai avevo visto,ma che sempre
avevo immaginato,e poi il suo sorriso,unico,allora,capi subito due
cose,nonostante i miei dodici anni,lei aveva bisogno di me perché si era persa
nel bosco,io avevo bisogno di lei perché mi ero perso nei suoi occhi.
Facemmo conoscenza,lei mi parlava e io mi perdevo nel suo
sguardo,nonostante ciò,la portai fuori dal bosco e la accompagnai a casa
,davanti casa sua,mi accorsi che eravamo davanti il palazzo reale,e che tanta
gente preoccupata la stava cercando,allora lei affidandosi a mani amiche si
girò verso di me mi disse: ciao,grazie,ci vediamo,e io svegliatomi dal mio
torpore di rimando,risposi,certo mia principessa.
I mesi,e gli anni a seguire furono un un turbinio,
un’esplosione di sentimenti e amore,io e la mia principessa,vivemmo tantissime
stagioni ,sull’altare del nostro amore,lei mi guardava e io non capivo perché
mi perdevo nel suo sguardo,e più la guardavo più non riuscivo a capire,quello
che stava accadendo,finche un giorno,lei mi disse:è tempo di decidere,io
distolsi gli occhi dal suo sguardo,e all’improvviso feci i conti con la
realtà,mentre io continuavo a perdermi nel suo sguardo il mondo era
cambiato,non esistevano più i punti di riferimento ,Nord,Sud,Est,Ovest,tutto
era cambiato,perso, fuori dal suo sguardo,e sperduto in questo nuovo mondo,in
un attimo di freddo Nord,misto a un caldo Sud,trovai la forza di dire, mia
amatissima principessa:non ti dimenticherò mai perché sei e sarai la mia
essenza,ma io vado a Ovest,dove tutto può accadere,e dove nulla è ancora
scritto,vado incontro alla mia vita con te nel mio cuore.
Palermo 25 gennaio 2013
Nessun commento:
Posta un commento